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Italo Vignoli ha scritto:
Le licenze copyleft (LGPL più "forte" e MPL più "debole") obbligano a
condividere con la comunità tutto quello che viene sviluppato a partire dal
codice sorgente, anche in caso di eventuali versioni "proprietarie"
(consentite dalla MPL, che per questo viene definita "weak copyleft").

Anche la LGPL e' weak copyleft (so che lo sai, ma se qualcuno legge distrattamente potrebbe pensare che una delle due sia copyleft).

La licenza MPL è stata adottata proprio per consentire alle aziende di
sviluppare, per i propri legittimi fini commerciali, una versione
proprietaria di LibreOffice, senza però ignorare [la] comunità...
La AL (Apache License) è una licenza cosiddetta "permissiva", in quanto
consente a un'azienda di sviluppare un software proprietario a partire dal
codice sorgente, ma non la obbliga a restituire alla comunità le porzioni
di codice che ha sviluppato

La distinzione e' vera, ma e' molto labile. Dato che le licenze scelte da Document Foundation sono weak copyleft, basta un po' di "furbizia" per aggirarle: semplifico molto il discorso, ma basta presentare una modifica come "modulo indipendente" e non c'e' sostanziale differenza in pratica tra (LGPL+)MPL e AL, cioe' tra LibreOffice e Apache OpenOffice: chi vuole fare una variante proprietaria trova il modo di farla. Quando e se LibreOffice passera' alla GPL pura e usera' solo quella, cosa che non e' ufficialmente prevista ma che ritengo possibile, allora ci sara' una sostanziale differenza pratica. E a quel punto anche questo discorso potrebbe diventare piu' significativo.

i progetti basati su licenze  "permissive" hanno - in media - meno
della metà dei committer dei progetti basati su licenze copyleft

Queste statistiche, come quelle analoghe di parte opposta sul fatto che le licenze copyleft siano in inesorabile declino e destinate a diventare minoritarie, non hanno alcun valore... O almeno non ne ho mai viste di abbastanza serie da giustificare che ne parliamo.

il Board of Directors di The Document Foundation
scoraggia l'uso della Apache License, pur lasciando ciascuno - nello
spirito autentico del software libero - libero di decidere secondo la
propria coscienza.

Ah. Grazie dell'informazione, che non conoscevo. C'e' qualche comunicato stampa ufficiale, magari in preparazione, che esprime questa posizione?

Ciao e auguri anche da me,
  Andrea.

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