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Il 02/01/2012 23:57, Italo Vignoli ha scritto:
Visto che ci sono diverse persone completamente nuove tra quelle iscritte a
questa lista, e che non si è mai discusso delle licenze (che per alcuni
sono delle sigle senza grosso significato), credo sia opportuno chiarire
cosa significano queste sigle, e qual è la posizione di The Document
Foundation in relazione a ciascuna di esse.

Premetto che ciascuno è assolutamente libero di scegliere se rilasciare il
proprio lavoro con licenza LGPLv3+/MPL, in modo che possa essere utilizzato
da LibreOffice, oppure se rilasciarlo anche con licenza AL2, in modo che
possa essere usato anche da Apache OpenOffice.

Mi scuso in anticipo per la lunghezza del messaggio, e per il tono (che in
alcuni passaggi non è particolarmente simpatico), che è prima di tutto
espressione della mia posizione personale, e successivamente - quando
specificato - della posizione del Board of Directors di The Document
Foundation.

The Document Foundation ha scelto di adottare due licenze copyleft, ovvero
LGPL (Lesser General Public License, la stessa di OOo) e MPL (Mozilla
Public License, la stessa di Firefox e Thunderbird).

Le licenze copyleft (LGPL più "forte" e MPL più "debole") obbligano a
condividere con la comunità tutto quello che viene sviluppato a partire dal
codice sorgente, anche in caso di eventuali versioni "proprietarie"
(consentite dalla MPL, che per questo viene definita "weak copyleft").

La licenza MPL è stata adottata proprio per consentire alle aziende di
sviluppare, per i propri legittimi fini commerciali, una versione
proprietaria di LibreOffice, senza però ignorare quella comunità senza il
contributo della quale non potrebbero avere porzioni importanti - e spesso
fondamentali - dello stesso software.

Le licenze proprietarie, tanto per intenderci, sono quelle di Microsoft
Windows e Microsoft Office, e di Lotus Symphony, il software proprietario e
gratuito (freeware) che IBM ha sviluppato dal codice sorgente di OOo, e
continuerà a sviluppare dal codice sorgente di Apache OpenOffice.

La AL (Apache License) è una licenza cosiddetta "permissiva", in quanto
consente a un'azienda di sviluppare un software proprietario a partire dal
codice sorgente, ma non la obbliga a restituire alla comunità le porzioni
di codice che ha sviluppato (in modo che tutti ne possano beneficiare,
nello spirito del software libero).

Personalmente, e in questo sono molto più restrittivo degli altri membri
del Board of Directors di The Document Foundation, ritengo che la Apache
License sia veramente pessima, e piuttosto che "permissiva" dovrebbe essere
definita "predatoria".

IBM ha sviluppato Lotus Symphony prima sfruttando la SISSL (acronimo che
non ricordo, ma che contraddistingueva una licenza "permissiva" come la AL,
utilizzata da Sun per consentire ad altre aziende di sfruttare il codice di
OOo per dei prodotti proprietari, ma che è stata adottata solo da IBM,
tanto che è stata abbandonata con la versione 2.0 di OOo), e poi firmando
un contratto con Sun che le consentiva di creare un prodotto proprietario
da un codice sorgente open source.

Ciao Italo,

Sun Industry Standards Source License
http://en.wikipedia.org/wiki/SISSL

Carlo


La donazione del codice di OOo ad Apache Software Foundation è stata
ispirata da IBM (che infatti ha "salutato" l'annuncio con un comunicato
stampa e tre post nei 30 minuti successivi al rilascio della notizia da
parte di Oracle, a dimostrazione - se mai ce ne fosse stato bisogno - della
sua regia), che in questo modo può continuare a creare un software
proprietario senza dare nessun contributo.

Il fatto che IBM abbia assunto 5 ex sviluppatori di OOo, infatti, non è
certo il segno di un mutato atteggiamento nei confronti del progetto, ma è
solo una dimostrazione della latitanza dei contributi nel progetto AOOoI
(com'era peraltro evidente da mesi, visto che la preannunciata "esplosione"
dei committer non c'è stata, anche perché i progetti basati su licenze
"permissive" hanno - in media - meno della metà dei committer dei progetti
basati su licenze copyleft).

The Document Foundation ritiene che l'uso della AL consenta a IBM di
perpetuare nel tempo un comportamento estremamente scorretto nei confronti
della comunità (visto che può usare il lavoro dei volontari in modo
unilaterale, a fini commerciali, e ignorare i principi del software libero).

Per questo motivo, il Board of Directors di The Document Foundation
scoraggia l'uso della Apache License, pur lasciando ciascuno - nello
spirito autentico del software libero - libero di decidere secondo la
propria coscienza.

A chi volesse approfondire i contenuti e le caratteristiche delle tre
licenze LGPLv3, MPL e AL consiglio di partire dalle relative voci di
Wikipedia in versione inglese, che oltre a spiegare in modo chiaro il
contenuto delle licenze stesse forniscono numerosi link di supporto.

Cordiali saluti a tutti, e buon 2012

Italo Vignoli
Member of the Board of Directors
The Document Foundation
italo.vignoli@documentfoundation.org
cell +39.348.5653829 - skype italovignoli
(sent from a mobile device)


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