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Guazzelli Sara wrote:

la questione della licenza a cui si riferisce paolo...

Per tutto il resto sono certo che ti risponderà Valter Mura.

Io cerco di spiegare il problema delle licenze, per tutti gli iscritti
della lista (sperando di non tediare quelli che sanno...).

LibreOffice viene rilasciato con una doppia licenza LGPLv3+/MPL. Sono
entrambe licenze weak copyleft: la prima è la licenza di OOo, per tutto
il codice sorgente che è stato importato al momento del fork (settembre
2010), la seconda è la licenza che è stata richiesta da IBM per poter
partecipare al progetto (anche se poi IBM si è rimangiata tutto per
scegliere una licenza permissiva come Apache License, ma su questo, per
evitare polemiche, stenderei un velo pietoso).

La licenza MPL riguarda tutto il codice sviluppato a partire dal fork.

In questo momento, Michael Meeks (insieme agli altri sviluppatori più
senior) sta facendo tutta la trafila necessaria per il relicensing del
codice di Apache OO con licenza MPL, visto che quasi tutto il codice di
OOo adesso è sotto licenza Apache OO, che - essendo permissiva -
permette di effettuare questa operazione).

Siamo arrivati a oltre il 99% del codice "nuovo" con licenza MPL (ci
sono alcuni sviluppatori che preferiscono evitare questa licenza perché
consente ad aziende come IBM di sviluppare una versione proprietaria, ma
le obbliga a condividere con la comunità lo sviluppo).

Apache License, invece, permette di fare quello che ti pare, ed è per
questo che viene definita permissiva. I suoi sostenitori affermano che è
più libera, ma questa - ovviamente - è una posizione personale, visto
che è altrettanto facile sostenere che si tratta di una licenza
predatoria, che prende dai poveri - i volontari - per dare ai ricchi -
le grandi aziende che vogliono avere una versione proprietaria.

Personalmente, sono assolutamente a favore della seconda opinione, che
non ho mai evitato di manifestare.

Le licenze copyleft hanno consentito a TDF di far crescere il numero
degli sviluppatori indipendenti in modo molto rapido, passando da 20 a
oltre 400 sviluppatori - gran parte dei quali volontari - in meno di due
anni.

Lo stesso non è avvenuto per Apache OO, che - nonostante le azioni di
"gerrymandering" dei numeri effettuate da Rob Weir, che ha inserito tra
gli sviluppatori gli autori del sito e del wiki, mentre Juergen Schmidt
ci ha messo anche due robot - continua ad avere un piccolo numero di
sviluppatori (quasi tutti pagati da IBM, visto che i volontari sono una
ventina ma solo uno - Ariel Constenla Haile - produce codice "vero",
mentre gli altri hanno pochissimi commit, spesso meno del sottoscritto,
il che è tutto dire, oppure lavorano su piattaforme come OS/2).

Quando LibreOffice sarà sotto licenza MPL, sarà possibile integrare il
codice di Apache OO senza problemi.

The Document Foundation non fornisce nessun tipo di indicazione sulla
licenza Apache OO, in quanto privilegia la libera scelta dei volontari e
dei membri.

Personalmente, sono assolutamente contrario alla Apache License e
sconsiglio vivamente il suo utilizzo, perché questo non farebbe altro
che perpetuare nel tempo l'esistenza di un progetto che esiste solo per
volontà di IBM (e ha un numero significativo di membri attivi, almeno a
parole, contro TDF e LibreOffice).

Ciao, Italo

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